Leggendo i tanti articoli e commenti nei media di tutto il mondo su Malala Yousafzai, la giovane pakistana che ha quasi dato la vita per il diritto di andare a scuola, colpisce molto la sua determinazione, il suo amore per l‘istruzione femminile e soprattutto il suo grande coraggio.
Malala è così diventata il simbolo di quel desiderio di milioni di donne e bambine in tutto il mondo di migliorare la propria condizione grazie all’istruzione. Malala è anche testimonianza eloquente della lotta contro la chiusura mentale di chi vorrebbe dissuadere le donne dal realizzare tale desiderio.
La buona notizia è che in diverse parti del mondo e anche in Pakistan, oggi, l’educazione è un valore profondamente caro alle famiglie, ricche o povere che siano. Infatti, ad eccezione di alcune zone più tradizionali, la maggioranza della popolazione apprezza e desidera l’istruzione per i propri figli e riconosce il fatto che rappresenti l’unica strada per uscire dalla povertà.
Un organismo pakistano non-profit, The Citizens Foundation TCF – il cui lavoro si è rivelato come molto efficace – dal 1995 costruisce e gestisce scuole di qualità e dall’alto valore formativo, per ragazze e ragazzi che vivono nelle aree più svantaggiate e socialmente ed economicamente depresse del Pakistan. Oggi, The Citizens Fondazione fornisce un’istruzione di alto livello a 120.000 bambini, in 920 scuole in tutto il paese. E circa la metà sono bambine, perché lo sforzo di TCF è quello di garantire l’accesso scolastico anche alle bambine.
Con milioni di bambini che in Pakistan non frequentano la scuola a causa di un sistema scolastico in costante impoverimento – e non per ragioni religiose, come si potrebbe supporre leggendo alcuni articoli sui media – questa non è che una goccia nel mare. Ma, come il fondatore e attuale presidente di TCF, Mushtaq Chhapra, ha detto: “se metti una goccia di profumo in un secchio d’acqua, l’intero secchio avrà un profumo dolce“, così un modello buono, funzionale, efficace e replicabile, può davvero cambiare un intero paese.
Se crediamo anche noi nella possibilità di questo “positive change” che è il cuore del lavoro di TCF, possiamo farci a nostra volta promotori di TCF e sostenere le loro attività. Imparare a conoscere realtà complesse, come quella pakistana, è essenziale per comprendere quanto siano a noi vicine e quanto ci sia ancora da fare affinché l’istruzione sia un diritto per tutti, sempre e ovunque, e non un privilegio per pochi.