Secondo articolo della serie #seiodicotudici sviluppata in collaborazione con GiPI – Giovani Pakistani in Italia.
Campioni del mondo
Era il 9 luglio del 2006: finale Italia – Francia.
Avevo 9 anni e di calcio ne capivo veramente poco: il mondiale nemmeno lo avevo seguito granché. Ricordo solo che durante ogni partita dell’Italia, a ogni goal sentivo l’intero quartiere esplodere; non capivo come una semplice partita di calcio potesse appassionare così tanto le persone.
Ricordo mio fratello urlare al gol di Fabio Grosso, ed entrare in camera esclamando “l’Italia è campione del mondo!”.
Scendemmo in piazza e vidi tutto il quartiere gioire di una euforia contagiosa.
Io in quel periodo stavo faticando a integrarmi: mi sentivo troppo diverso, per un ragazzo della mia età avere due identità culturalmente così distanti non era semplice.
Ero in conflitto rispetto al mio senso di appartenenza, eppure, in quel momento, ero lì a festeggiare anche io la vittoria del paese che mi ospitava e che comunque è la mia casa.
In quel momento, però, mi chiesi anche: “come mai il Pakistan non ha partecipato ai mondiali?”.
La risposta la ottenni l’anno seguente, quando ritornai al paese, scoprendo che in quell’angolo di mondo lo sport nazionale non è il calcio, ma il cricket.
Due paesi, due discipline, una passione: lo sport
Una cosa che ho notato facendo parte di due comunità diverse è che effettivamente non siamo poi tanto diversi: anche noi Pakistani come gli Italiani siamo molto amanti dello sport e la vita ruota attorno a esso.
Come in Italia per il calcio, in Pakistan le periferie sono piene di ragazzini che giocano a cricket per strada, a volte dando fastidio anche al traffico. Abbiamo anche noi varie forme di lega e si parte già a livello scolastico a praticare cricket, per poi crescere e fare carriera.
Nei bar, dopo la politica, il secondo argomento più discusso è il cricket e la tifoseria è così accanita che dopo ogni vittoria le piazze si riempiono per i festeggiamenti.
Le leggende del cricket
Se l’Italia ha leggende calcistiche quali Baggio, Del Piero, Totti, Buffon, noi abbiamo i nostri campioni di cricket: Wasim Akram, Waqar Younis, Inzamam Ul Haq e Imran Khan.
Quest’ultimo è stato uno dei lanciatori più forti in assoluto e il miglior capitano del paese, dato che ha portato il Pakistan a vincere il suo primo mondiale nel 1992. È grazie al suo spirito combattivo che il cricket è diventato così popolare da noi. Ritiratosi dall’attività sportiva, si è dato alla politica ed è l’attuale primo ministro.
Le rivalità
In Italia quando si parla di rivalità calcistiche importanti non si può dimenticare quelle con Germania o Francia; in Pakistan le rivalità accanite sono con i propri vicini: Sri Lanka, Bangladesh e India. Quest’ultima in particolare è una rivalità così accesa che i tifosi addirittura saltano il lavoro o la scuola pur di seguire la partita.
Del resto, questa rivalità non ha solo valenza locale ma mondiale, visto che tra le partite di cricket più seguite in assoluto c’è proprio quella tra Pakistan e India.
E quella tra questi due paesi non è una “semplice” partita, ma un evento in cui riecheggiano i conflitti mai sopiti tra i due paesi e una sconfitta viene percepita come un peso per molto tempo, almeno fino alla partita successiva.
Il mio cricket
La prima partita di cricket che ho seguito fu proprio Pakistan – India nel 2007, nella finale mondiale di T20. Una partita che per noi Pakistani è un trauma, visto che la perdemmo nell’ultimo over quando eravamo ormai vicini alla vittoria… Erano stati eliminati 9 battitori e al Pakistan serviva fare 6 punti in 4 lanci per vincere. L’ultimo battitore rimasto fu Misbah Ul Haq, l’attuale coach della nazionale, che sfiorò il miracolo ma venne eliminato, coronando così l’India campione del mondo.
Nell’edizione seguente dei mondiali, quella del 2009, il Pakistan riuscì a vincere contro lo Sri Lanka in finale, ma quella partita del 2007 è ancora un tormento per i Pakistani. Come dico ai miei amici italiani, l’ultima battuta di Misbah Ul Haq è paragonabile al rigore sbagliato da Roberto Baggio nella finale del 1994 contro il Brasile…
Pensando ancora alla mia infanzia in Italia, mi ero sempre chiesto come facesse uno sport ad appassionare così tanto e unire le persone, calcio o cricket che sia, e solo avvicinandomi a queste realtà ho ottenuto una risposta.
L’unione si crea a partire da un legame che nasce dalla condivisione: tifare e avere la passione per la stessa squadra e lo stesso sport può consolidare molto i rapporti personali, e questo anche se si pensa di essere diversi.
È proprio grazie al calcio che sono riuscito a fare la mia prima amicizia a 10 anni, per poi riuscire a integrarmi: chissà se, senza quel pallone calciato in casa del mio vicino, da ragazzino timido quale ero sarei mai riuscito a sbloccarmi, e smettere di autoescludermi. È con il tempo che ho capito che, alla fine, posso appartenere a tutte e due le culture e allo stesso modo amarle entrambe.
Anche tifando Italia nel calcio e Pakistan nel cricket!!!
Brevissima guida al cricket
Un po’ di storia
Il cricket è uno sport nato in Inghilterra all’inizio del quindicesimo secolo, che si è però diffuso soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale.
L’Inghilterra ha introdotto il cricket ovunque estendesse il suo dominio; in Pakistan per esempio fu introdotto quando il subcontinente indiano non era ancora diviso tra India, Pakistan e Bangladesh.
In quel periodo si giocavano veri e propri tornei tra gli inglesi e la popolazione locale e il gioco, dai locali, veniva usato anche come valvola di sfogo, per avere un momento di supremazia sui colonizzatori.
Dopo la separazione del sub-continente nei tre paesi, il cricket ha continuato a essere uno sport molto popolare in Pakistan, India, Bangladesh e Sri Lanka; è oggi il secondo sport più seguito al mondo.
Nonostante questo, in Italia per spiegare le regole del gioco devo sempre fare i paragoni con il baseball, che qui risulta essere più popolare.
Come si gioca
Il cricket è uno sport a squadre: si gioca in 11 contro 11, si usa una mazza di legno rettangolare chiamata “Bat” e una palla, grande più o meno quanto una palla da tennis.
La squadra è composta da battitori e lanciatori.
Il gioco è diviso in due innings, ovvero fasi di gioco. Nel primo inning una squadra farà da battitore, e quindi cercherà di fare il punteggio più alto possibile, mentre l’altra farà da lanciatore, e quindi cercare di eliminare i battitori, facendo “out” se si eliminano 10 battitori decretando così la fine dell’inning. Nell’inning successivo le due squadre giocano a ruoli invertiti.
(Quasi come) il baseball
La differenza con il baseball sta nelle basi: nel baseball si hanno 5 “basi” e il campo è pentagonale; nel cricket si hanno solo 2 “basi” e il campo è circolare.
Ogni base è identificata dai “wickets”, 3 paletti di legno importantissimi per il gioco, posizionati dietro al battitore che deve proteggerli, mentre i lanciatori devono colpirli per eliminare il battitore.
I battitori
Per la squadra che batte scendono in campo 2 battitori, che si posizioneranno ognuno su una “base”, mentre della squadra che lancia scendono tutti gli undici giocatori, di cui a turno uno è il lanciatore e i restanti “acchiappatori”.
Dopo che un battitore tocca la palla tirata dal lanciatore, tutti e due i battitori devono raggiungere le basi opposte: in questo caso viene totalizzato un punto; se poi corrono di nuovo per ritornare alle rispettive basi di partenza, i punti saranno due; se il battitore colpisce la palla molto forte e la manda fuori campo senza che essa tocchi terra ottiene 6 punti; nel caso in cui tocchi almeno terra almeno una volta, saranno 4 punti.
I lanciatori
Per il lanciatore i modi principali per eliminare il battitore sono:
“bowled” durante la fase di lancio il lanciatore tirando la palla colpisce direttamente i wickets;
“run out” quando un acchiappatore lancia la palla nei wickets prima che uno dei due battitori raggiunga la base;
“catch” quando un acchiappatore prende in mano la palla toccata dal battitore senza che essa tocchi terra.
Gli “over” e i “format”
Un over è composto da 6 lanci; appena un lanciatore finisce il suo over viene sostituito con un altro per l’over successivo.
Il cricket si presenta con 3 format, ognuno con una durata diversa:
Il T20 è quello più corto e dura 3 ore, ogni innings è composto da 20 over, quindi un totale di 120 lanci. Appena finiscono tutti gli over, si passa all’inning successivo e la seconda squadra deve fare un punteggio maggiore per vincere.
L’ODI è il secondo format, dura 8 ore ed è composto da 50 over per ogni inning.
Il format più antico è il Test, che dura 5 giorni: sì, avete letto bene!!! È proprio per questo che i fan del cricket sono ritenuti le persone più pazienti del mondo…
Naturalmente non si gioca 5 incessantemente giorni: ogni giornata è composta da 8 ore di gioco, i nostri cari giocatori potranno andare a riposare dopo aver giocato incessantemente sotto al sole. Se pensate di avere una brutta giornata perché la vostra squadra ha perso prendendo un goal all’ultimo minuto, immaginate un fan del cricket che segue la partita per 4 giorni di fila e poi vede la squadra perdere all’ultima giornata!
Shahzaib Mir
Ha 23 anni, vive a Roma e studia Tecniche di Perfusione all’Università La Sapienza. Il suo hobby è fare da ponte tra la comunità Pakistana e Italiana.
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