Tra immondizia e rifiuti di plastica, le strade di Machar Colony sono avvolte dall’odore di pesce marcio. I bambini e i giovani vagano senza meta, i servizi di base sono scarsi, la disoccupazione persiste e la criminalità è dilagante. Nella maggior parte delle famiglie gli uomini vanno a pescare mentre le donne e i bambini aiutano far quadrare i conti sgusciando i gamberetti per le società di pesce locale; un lavoro faticoso che paga poco e che rappresenta una porta d’ingresso per le diffuse malattie della pelle.
In mezzo a tutto questo spiccano però 3 edifici: le loro strutture in calcestruzzo sono dipinte con colori vivaci, illuminate dal sole e con all’interno librerie piene di libri. Ogni edificio ha bagni adeguati, dispositivi di raffreddamento per l’acqua potabile, fornitura costante di energia elettrica, un parco giochi e un giardino – tutte cose molto rare a Machar Colony. Non c’è da meravigliarsi che i bambini che vi entrano ogni mattina non vogliono andarsene a fine giornata.
Questi tre edifici sono scuole gestite da The Citizens Foundation (TCF). Il primo è stato costruito alla fine del 1990, e ad oggi TCF ne ha costruiti altri due per soddisfare una necessità crescente, infatti sempre piu genitori chiedono di mandare i loro figli a scuola.
Ogni anno, queste scuole sfatano il mito pakistano secondo cui i poveri non sono interessati all’istruzione e preferiscono mandare i figli a lavorare. Molti bambini di Machar Colony sono comunque ancora costretti a lavorare a causa della loro situazione, ma l’istruzione è diventata una priorità assoluta.
Spesso qui accade di incontrare bambini iscritti alle scuole di TCF che hanno perso uno dei genitori in mare. Il padre di due studenti è scomparso mentre pescava circa 2 anni fa. La madre di questo giovani alunno, Rubina, è una donna che lotta per crescere e sostenere i suoi 2 figli, sin dal momento della scomparsa del marito, nonostante non possa lavorare a tempo pieno a causa delle sue fragili condizioni di salute.
Rubina non è mai andata a scuola ma è convinta che l’unico modo per far uscire i suoi figli dalla miseria in cui sono cresciuti sia proprio l’istruzione.
Durante la sua visita alla scuole TCF rimase meravigliata e felice alla vista di quelle uniformi, pulite e ordinate e, nonostante tutti i sacrifici che già stava affrontando per avere un tetto sulla testa, volle essere sicura che sua figlia venisse ammessa.
“Voglio che entrambi i mie figli finiscano gli studi” racconta Rubina “mia figlia adora le sue insegnanti. La direttrice della scuola è anche molto gentile con me. Mi ascolta con rispetto e mi parla dei progressi di mia figlia. Per la sua bambina spera che un giorno diventi un medico: “Senza un’istruzione potrai sempre essere rimproverata da tutti.” dice Rubina “L’istruzione ci aiuta a diventare qualcuno“.
Qualcuno di diverso, qualcuno di importante, spera.
Articolo di Madiha Qureshi da Dawn: “Education — a beacon of hope for Machar Colony’s impoverished children“
A cura di: Margherita di Clemente