Durante il Galà 2019 Arshad Mukhtar, studente pakistano all’Università La Sapienza di Roma, ci ha raccontato la sua esperienza di tutor nel programma Rahbar di TCF, condividendo con noi le emozioni proprie di chi in prima persona sostiene le aspirazioni delle ragazze e dei ragazzi in Pakistan.
Carissimi, buona sera!
Innanzitutto, grazie mille a Italian Friends of TCF per avermi dato l’opportunità di condividere la mia esperienza personale come volontario Rahbar TCF in Pakistan.
Mi chiamo Arshad Mukhtar e sono uno studente di ingegneria all’Università La Sapienza.
Il programma Rahbar ha creato per me un legame molto speciale con TCF, una connessione e interazione che mi ha cambiato molto profondamente. Ha aggiunto alla mia vita il senso di gratitudine che vi mancava.
Sono stato Mentor per due cicli del programma e quindi coordinatore del team di Mentor.
Sono molto orgoglioso di poter dire che il modo in cui TCF seleziona i candidati è molto selettivo e attento.
Questa esperienza mi ha portato a interagire con gli studenti TCF e sperimentare di persona le loro toccanti storie di vita, che non solo ripristinano la propria fede nella possibilità di un mondo migliore.
Il programma Rahbar è così popolare nelle scuole TCF che i bambini aspettano molto tempo per farne parte, e ne sono già entusiasti per averne sentito parlare i compagni più grandi; così, quando raggiungiamo la scuola, ci accolgono con grande speranza e ottimismo. La maggior parte dei bambini non è mai stata fuori dal proprio villaggio. Il villaggio è tutto il loro mondo: siamo, per loro, come alieni da un altro pianeta.
A causa dell’isolamento e quindi della mancanza di informazioni non possono sapere che la vita ha molto da offrire. Cominciamo con il chiedere ai bambini che cosa significhi successo per loro, e quali siano le loro aspirazioni.
I ragazzi tendono a pensare che successo significhi aprire un grande magazzino e guadagnare molti soldi.
Molte ragazze non riescono nemmeno a immaginare di ricevere un’istruzione altra dalla dura scuola della vita. Sanno che hanno possibilità limitate, e temono per i propri sogni.
Durante il tutoraggio, insegniamo loro la pratica “Soch se Taqdeer” (dal pensiero allo scopo), al fine di costruire la loro “casa della felicità”. Il fondamento di questa casa risiede nei buoni pensieri, buoni pensieri che portano a buone azioni, buone azioni per sviluppare buone abitudini.
Queste sono un paio di storie che mi hanno toccato molto profondamente.
Vorrei parlarti di Bisma, una ragazza della ottava classe, vorrei farti vedere l’immagine di immacolata purezza nei suoi occhi, la sua passione per gli studi e ancora la sua disperazione.
Adora far parte del Rahbar: è curiosa, ma anche riservata. Triste.
Durante una sessione di tutoraggio finalmente, promettendo che non diremo niente ai suoi genitori, riusciamo a farla parlare con noi dei motivi della sua tristezza. Ha detto che era triste perché non avrebbe avuto un’istruzione superiore, perché la sua famiglia non le avrebbe permesso di continuare gli studi, perché considerano disdicevole per le ragazze andare al college viaggiando sui mezzi pubblici.
Abbiamo dovuto trovare una via d’uscita per permetterle di continuare a studiare. Abbiamo avuto un incontro con il preside. In questi casi, la soluzione può causare più danni che benefici, rischiando di dare alla comunità locale l’impressione che le scuole rendano i bambini disobbedienti.
Suo padre non poteva lavorare, e Bisma era un’importante fonte di reddito per la famiglia: anche per questo non volevano che andasse al college. Così abbiamo trovato un’università che offriva istruzione a distanza fino alla laurea e senza l’uso di computer e internet. Al successivo incontro del Rahbar, il sabato dopo, a Bisma abbiamo detto che avrebbe potuto proseguire gli studi rimanendo a casa e a un costo molto basso. Per noi è stato come donare una nuova vita, piantando e innaffiando il seme della positività.
Vorrei parlarti di un ragazzo che per il suo futuro non aveva nessuna aspirazione, ma dopo il Rahbar si è dato l’obiettivo di diventare medico per gestire la clinica del suo villaggio, dopo che il padre del suo amico più caro morì senza cure a causa della mancanza di medici nella zona. Prima del Rahbar era un ragazzo senza scopo nella vita e ora, dopo il tutoraggio, era pronto per essere una grande risorsa per la propria comunità. Di nuovo, per me, una immensa soddisfazione, un profondo senso di realizzazione.
E Vorrei poter raccontare tante altre storie che mi stanno a cuore. Ogni storia una sfida totalmente nuova, una nuova prospettiva e una nuova ragione per far parte di TCF, che ripristina la fede nel poter fare sempre di più per gli altri.
Attualmente sto proseguendo i miei studi di perfezionamento in ingegneria dei sistemi di trasporto all’Università La Sapienza. E rimarrai stupito nel sapere che sono la prima persona in tutta la mia famiglia e la mia città a perseguire questo livello di studi! Ho frequentato scuole pubbliche che avevano a malapena sedie, ma i bambini TCF fortunatamente hanno accesso a ottime strutture. Dico sempre loro che sono molto fortunati per questo. Essere qui a studiare per un Master in ingegneria è, per me, un sogno che si avvera.
E, credimi: questi bambini faranno cose meravigliose. Sono in ottime mani, ricevono un’ottima istruzione e possono accedere a tutoraggio, campi estivi e consulenza per la carriera.
Ti ringrazio per il tuo supporto a TCF e per contribuire a cambiare così tante vite!