La cucina ‘filosofica’ di Pietro Leemann

  Ottobre 24, 2016   ,

Questo 27 ottobre dalle 18h30 nella splendida cornice del Museo Diocesano, si terrà l’atteso vernissage delle opere del fotografo Maurizio Galimberti, accompagnato dall’aperitivo dello chef vegetariano Pietro Leemann, patron del ristorante Joia.
Scopriamo qualcosa in più su Pietro Leemann e sulla sua filosofia, in cucina così come nella vita quotidiana.

Il cuoco di Locarno, classe 1961, già dalla giovane età di 20 anni vaglia la possibilità di diventare vegetariano. Saranno però i suoi successivi studi in filosofia e soprattutto i viaggi che intraprenderà in Oriente che lo faranno entrare in contatto con la cultura e la cucina di quei luoghi. Prende allora la decisione definitiva di diventare vegetariano. Nel 1989 torna in Italia e apre Joia, il primo ristorante vegetariano europeo ad aver ottenuto una stella Michelin.
La scelta di Leemann di seguire la dieta vegetariana non è legata ad una moda.
Si tratta bensì di uno stile di vita, una riflessione sugli aspetti salutari, etici e morali legati alla scelta del cibo. E’ un impegno quotidiano, che segue la massima mens sana in corpore sano.
La finalità del mangiare non è quella di ricavarne un piacere effimero ed immediato, ma quella di nutrirsi per un piacere duraturo che porti beneficio a corpo e mente.
“L’attitudine corretta è quella di cucinare con il massimo della conoscenza, coscienza e dedizione di cui siamo capaci, seguendo il modello di una dieta alimentare migliorativa rispetto a corpo, mente e anima. Quello che cuciniamo deve, da una parte corrisponderci, dall’altra […] seguire le indicazioni di una grande scuola alimentare che abbia dei fondamenti etici, filosofici e spirituali.”
Le grandi scuole che hanno influenzato Pietro Leemann sono:
– l’antroposofia, il cui mentore è Rudolf Steiner. Questa pseudoscienza si propone di studiare scientificamente l’esistenza e i fenomeni del mondo spirituale. Applicata alla cucina, l’antroposofia predilige una dieta vegetariana ed una cultura alimentare cosciente;
– la dietetica cinese, attenta all’armonica relazione tra corpo e cosmo;
– l’ayurveda, una filosofia di vita e un metodo curativo, nato in India, che si basa sui 5 elementi. Il suo fine è garantire una vita in buona salute e l’evoluzione della nostra coscienza.

Dopo aver conosciuto un po’ meglio le scelte ideologiche e la cucina di questo grande chef, non vedo l’ora di assaggiare le sue creazioni! Anche voi siete curiosi di scoprirle?

Vi aspettiamo numerosi giovedì 27 ottobre 2016, dalle ore 18h30 al Museo Diocesano di Milano, in corso di Porta Ticinese 95! Per informazioni e prenotazioni, prego inviare una mail a admin@italianfriends-tcf.org.

Alla mostra di Maurizio Galimberti è abbinato il biglietto della lotteria che permetterà di vincere una delle opere donate dal Maestro a Italian Friends of TCF per raccogliere fondi a favore delle scuole in Pakistan. I biglietti si possono acquistare durante la serata e sul nostro sito. I proventi della lotteria saranno destinati alla scuola del villaggio di Nathoki, che la nostra associazione sostiene dal 2012.